Federcaccia Vda

Galliformi alpini in Valle d’Aosta

Galliformi alpini in Valle d’Aosta

By / Enci /

“Cacciatori responsabili – gestori!!!”

 

La caccia, anche in montagna, fin dall’antichità è stata di vitale importanza per le sue popolazioni,

dalle ere preistoriche fino all’immediato dopoguerra, quando il principale scopo era quello di

procacciare del sostentamento per sé e i propri familiari, solo per i nobili ed i reali era considerata

un arte e puro divertimento. In tempi più recenti con l’accrescimento generalizzato del benessere si

è trasformata in una passione quasi esclusivamente ludica, in particolare quella con il cane da ferma

all’avifauna. Un’attività specie quella ai galliformi alpini che riveste ancora un carattere particolare,

fatto di impegno e fatica, mossi dalla ricerca di sensazioni autentiche a contatto con la natura, in

ambienti incontaminati, legate a varie situazioni cane/uomo/montagna nel tentativo di insidiare dei

selvatici unici e nobili. Caccia che fa sognare e ci invidiano coloro che amano la caccia con il cane

da ferma e che la caccia in montagna non possono o non riescono a praticare. Il grande Mario

Rigoni Stern scriveva: “Oggi le cose si vanno evolvendo rapidissimamente e vediamo come a un

progresso tecnologico non corrisponda un progresso morale e tutte, o quasi tutte le manifestazioni

della vita contemporanea ci portino a una forma di vita arida e condizionata ….. così che per

l’uomo moderno persino la caccia diventa non passione ma forma di evasione da un’aridità

quotidiana alla ricerca di una libertà perduta, alla riscoperta di un mondo che va scomparendo o,

meglio, mutando rapidamente a causa di un progresso che consuma natura”. Quindi la caccia al

giorno d’oggi e in futuro non può prescindere da quella valenza recondita spesso tramandata di

generazione in generazione, ma deve essere affrontata con coscienza ed evolvere sempre più in

termini scientifico/culturali al fine di non consumare questo “patrimonio naturale”. Un’attività

anche per noi “piumaioli” valdostani che deve sempre più essere affrontata con la consapevolezza

che essere cacciatori non deve significare esclusivamente trovare il tempo per l’addestramento e

l’uscita a caccia, non possiamo e non dobbiamo ridurci ad avere soddisfazione e appagamento

egoistico, personale interiore volto unicamente all’incarnieramento e al suo vanto. Questo

approccio non è più attuale, reale e non più accettabile, l’attività venatoria oggi deve essere

soprattutto “gestione faunistica” e “caccia etica e responsabile”. Nello specifico per i galliformi

alpini le cui consistenze nell’ultimo trentennio hanno subito un drastico declino per vari fattori,

inquinamento, abbandono delle culture agricole di montagna, mutamenti climatici, antropizzazione

e urbanizzazione, disturbo turistico e non ultimo pressione venatoria, una gestione scientifica e

condivisa e una caccia svolta con massima responsabilità e rispetto del selvatico sono ormai

imprescindibili. E noi cacciatori dobbiamo essere i primi a pretenderlo.

Il nostro apporto alla scienza con le impegnative attività di conteggio e monitoraggio tramite i

cosiddetti censimenti estivi e primaverili ci viene ormai riconosciuto da tutti gli addetti ai lavori. I

cacciatori sono i soli che su base esclusivamente volontaristica e passionale garantiscono supporto

indispensabile per delle attività che qui in valle si protraggono da svariati decenni grazie alla

collaborazione di chi ci ha preceduto e alla lungimiranza delle istituzioni. Ormai anche se pochi,

tutti insieme dobbiamo renderci sempre più interpreti della nostra gestione, dobbiamo essere consci

di tale importanza e impegnarci con preparazione tecnica e culturale ad intendere le varie attività di

gestione preliminari al periodo venatorio di valenza e opportunità di gran lunga superiore rispetto

al tempo dedicato alla ricerca della preziosa ricompensa che ci viene concessa con i seppur sempre

più stringati piani di abbattimento. Consapevoli che la ricerca di forme di attenta conservazione e

di gestione faunistica scientifica, di estrema tutela, devono essere perseguiti con tenacia e condotti

con professionalità per salvaguardare, incrementare e tramandare questo patrimonio unico. Il nostro

obiettivo deve essere quello di incidere sul prelievo ammesso in base al lavoro di gestione faunistica

e di miglioramento ambientale che tutta la letteratura scientifica di settore auspica rendendoci

attori primari di attività condivise con le varie istituzioni preposte al fine di far progredire le varie

consistenze che fortunatamente negli ultimi anni paiono stabili.

Purtroppo le risorse pubbliche attualmente sono venute meno e quindi nell’immediato non ci si può

attendere da altri delle azioni consistenti, pertanto l’apporto di tutti noi cacciatori valdostani sarà

ancora più importante, sia come proposte che come attuazione di forme di gestione. Da subito sia

nei conteggi, soprattutto quelli con il cane (che nelle eventuali azioni di miglioramento ambientale),

la partecipazione e l’apporto dei cacciatori devono essere funzionali e rigorosi, le numerose e

vaste aree campione, le variabili meteorologiche e della natura interferiscono molto sul lavoro

svolto, sul tempo che dedichiamo e l’impegno profuso, bisogna cercare di ottimizzare le risorse ma

tutti devono trovare il tempo per partecipare. Sappiamo tutti che le nostre attività di censimento

non si riducono a qualche ora di “sbinocolata” all’alba o al tramonto e che il tempo da dedicare

è molto e il lavoro articolato, che arriviamo ai periodi previsti con i cani non allenati, ma coloro

che ambiscono a praticare la caccia ai galliformi alpini devono evolvere e trasformarsi in gestori

disponibili e appassionati. Tutti abbiamo poco tempo da sottrarre agli impegni quotidiani che la

frenetica vita odierna ci impone ma, se vogliamo in futuro ancora praticare la nostra caccia, questa

è l’unica strada e tutti uniti dobbiamo fare il salto di qualità, fare squadra, metterci in gioco, ognuno

come può deve arrivare a dare la disponibilità a collaborare con le attività predisposte dall’ ufficio

fauna e dalle stazioni forestali al fine di ottenere riscontri scientifici positivi finalizzati al medesimo

obiettivo.

Paolo Dellavalle

(delegato Valle d’Aosta commissione avifauna UNCZA)